Il weekend di Jeddah non è mai banale se ti chiami Max Verstappen. Il pilota olandese, campione in carica, ha battagliato ancora una volta con Charles Leclerc per il primo posto, che Max si è guadagnato con un sorpasso magistrale a pochi giri dalla fine.
Le qualifiche di sabato hanno portato molte sorprese. La prima, Hamilton fuori nel Q1 con un tempo valido solo per la 16esima posizione, mentre il collega Russell s’è qualificato sesto con la stessa macchina. Nel Q2 un grave incidente per Mick Schumacher ha lasciato tutti con il cuore in gola. Il pilota della Haas si è schiantato a 170 miglia orarie contro le barriere di calcestruzzo, distruggendo interamente la sua macchina, ma fortunatamente subendo zero infortuni se non per un forte mal di testa per il giorno dopo. Nel Q3, a sorpresa, è stato Sergio Perez a registrare il giro più veloce, solo 25 millesimi davanti a Leclerc, che aveva appena finito uno straordinario giro valido per la pole position. A seguire Carlos Sainz e poi Max Verstappen, a qualche decimo da Leclerc. La gara è cominciata in modo conservativo, Verstappen ha superato Sainz alla partenza e i quattro davanti hanno cominciato a prendere il ritmo della gara, pensando a mantenere la degradazione delle gomme bassa. Dietro di loro Russell si è piazzato in quinta posizione, e dietro di lui le due Alpine di Alonso e Ocon hanno iniziato a battagliare tra di loro per il sesto posto. Hamilton ha fatto una gara a parte, partendo con le gomme dure e sperando di andare alla distanza. Inizialmente ha fatto fatica a trovare il ritmo, ma dopo dieci giri il campione ha cominciato a sorpassare i rivali, portandosi più vicino alla zona punti. Al 15esimo giro la Ferrari ha pensato all’undercut su Perez, ma la Redbull ha reagito e ha chiamato Perez ai box, dunque Leclerc è rimasto fuori. La finta della Ferrari ha funzionato bene, dato che al giro dopo Latifi è uscito dalla pista colpendo le barriere e facendo uscire una safety car. Tutti i piloti hanno ricevuto un pit stop gratis, perdendo meno tempo di uno normale, e dopo la safety car il nuovo ordine era: Leclerc, Verstappen, Perez, Sainz, ma un episodio tra Sainz e Perez all’uscita della pit lane ha forzato il pilota messicano a dover dare la posizione allo spagnolo. Da qui in poi la gara è stata abbastanza monotona fino agli ultimi dieci giri. Alonso, Ricciardo e Bottas si sono tutti ritirati con problemi meccanici, e questo ha portato una virtual safety car mentre le macchine sono state portate ai loro box, essendo ancora intatte. Alla fine della virtual safety car, Verstappen ha guadagnato un secondo su Leclerc, portandolo nettamente in zona DRS e avvantaggiandosi. Leclerc è quasi riuscito a tenere a bada il “leone” Max, ma nel finale anche il "predestinato" ha dovuto arrendersi alla foga di Verstappen, che dopo una battaglia lunga e dura ha finalmente avuto la meglio, anche se Leclerc ha mantenuto la pressione fino all’ultimo secondo, terminando solo 5 decimi dietro a Verstappen. Prima vittoria stagionale per il campione in carica, secondo posto e giro veloce per Leclerc, che rimane primo in classifica, e terzo per Sainz, che ancora sembra non riuscire a estrapolare tutta la potenza della F1-75. Quarto Perez e quinto Russel, poi Ocon, Norris, Gasly, Magnussen e Hamilton per chiudere la top 10. First victory for Verstappen this season, and the Ferraris complete the podium The weekend in Jeddah is never dull if your name is Max Verstappen. The Dutch driver, reigning champion, battled hard with Charles Leclerc once again for the win, which Max got after a brilliant pass in the dying laps. The qualis on Saturday brought a lot of surprises. The first being Hamilton being knocked out in Q1 with a time fast enough only for 16th place, while colleague Russell qualified sixth in the same car. In Q2 a bad incident for Mick Schumacher left everyone with their heart in their mouth for a moment. The Haas driver hit the walls at 170 miles per hour, destroying his Haas against the concrete barriers, but luckily suffering no serious injuries other than a big headache for the next day. Surprisingly, in Q3 it was Sergio Perez who got the fastest lap, only 25 milliseconds faster than Leclerc, who had just finished a stunning lap to take provisional pole. After them came Sainz and then Verstappen in fourth. The race start was pretty conservative. Verstappen passed Sainz at the start and the four in front started to settle into the rhythm of the race while thinking about conserving their tire degradation. Behind them Russell slotted in at fifth, and behind him the two Alpines of Alonso and Ocon battled hard for sixth. Hamilton was in a race of his own, starting with the hard tires and hoping to go the distance on them. Initially he struggled to find the rhythm, but after 10 laps the champion started to make passes, bringing himself closer to the points. In the 15th lap Ferrari thought about the undercut on Perez, but Redbull reacted and called Perez into the pits, so Leclerc stayed out. The gamble from Ferrari paid off as Latifi crashed out in the following lap and forced a safety car to come out. All the drivers then got a free pit stop, losing less time then they would have under normal racing conditions, and after the safety car ended the order at the front was: Leclerc, Verstappen, Perez, Sainz, although the Mexican had to give Sainz the position after the two had a little episode at the pit exit. From here on out the race was quite monotonous until the last ten laps. Alonso, Ricciardo, and Bottas all retired in short succession with mechanical problems, which forced out a virtual safety car while the cars were brought back to the pits. At the end of the safety car, Verstappen had gained about a second on Leclerc, bringing him into the DRS zone and giving him a great advantage. Leclerc was able to nonetheless keep “the lion” Max at bay for some time, but in the end even “the predestined” had to give into Verstappen’s impetuousness, and after a hard fought and long battle he got the better of the Ferrari, who in all fairness kept the pressure up until the very last corner, finishing the race only 5 tenth behind Verstappen. First win of the season then for the reigning champion, second place and fastest lap for Leclerc, who still tops the driver’s championship, and third place for Sainz, still struggling to get the most out of the F1-75. Perez fourth and Russel fifth, then Ocon, Norris, Gasly, Magnussen and Hamilton to complete the top 10.
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La Nazionale Italiana non parteciperà ai mondiali di calcio. Una frase che fa male al cuore, che fa torcere le viscere dei tifosi italiani, che delle persone sentono per la seconda volta nella loro vita. Due volte di troppo.
La sconfitta contro la Macedonia del Nord è la goccia che fa traboccare il vaso degli Azzurri. Un vaso che era già riempito di errori. Errori costosi che col tempo ci hanno portato a questa situazione. Dentro o fuori a partita secca. La posta in palio altissima. Eppure stasera gli Azzurri hanno dominato. La squadra era la stessa che ha vinto a Wembley quest’estate. Quelli che ci hanno fatto abbracciare sotto il cielo di un’estate italiana. Ora il cielo è cupo, e non ci stringiamo piu. Ci è crollato il mondo addosso. La mancata qualificazione ai mondiali del Qatar costa troppo per l’Italia. Un mondiale che manca da 4 anni che si dovrà aspettare per almeno altri 4, sembra fantascienza. Sembra anche fantascienza il modo in cui hanno perso stasera gli Azzurri. Un totale dominio dal primo minuto di gioco, brillantezza e lucidità a centrocampo, ma è mancata terribilmente la cattiveria sotto porta. 35 tiri, solo 5 nello specchio. Il muro macedone ha retto. E pensare che nel primo tempo la Macedonia non ha toccato un pallone nella nostra area di rigore, possesso palla quasi del 70% in favore nostro. Il calcio è crudele. Il tradimento, la pugnala alle spalle, è arrivato in pieno recupero, così per spargere anche il sale sulla ferita. Una palla che rimbalza nella nostra metà campo, nessuno che prende responsabilità, un mezzo secondo di distrazione che lascia il tempo a Trajkovski di stoppare di petto e di calciare nell’angolino basso alla destra di Donnarumma, che per un pelo non ci arriva. L’unico tiro in porta della Macedonia. 1-0. Al 92esimo. Siamo fuori, abbiamo perso. Campioni d’Europa ma senza il mondiale. Una dura lezione. Un momento difficile per tutti. Al triplice fischio si vedono solo lacrime. Jorginho, Verratti, Donnarumma. I campioni di Wembley sconfitti, non vogliono crederci ma devono. E il sogno si trasforma in tragedia. E le urla di gioia di otto mesi fa in lacrime. Ed è facile ora puntare il dito e dare la colpa ai ragazzi o al mister Mancini, ma così è troppo facile. Sembra che dall’Europeo siamo tutti saliti sul carro della Nazionale, scordandoci però che per muoverlo serve qualcuno che lo traina. Io sono uno che prende le cose con filosofia. Cerco le poche cose positive uscite da questa mancata qualificazione. La prima, direi, è che da qui si può salire, anzi, l’abbiamo già fatto una volta. E la seconda, è che adesso abbiamo tanto, tanto lavoro da fare, ma almeno questa esperienza ci darà la forza e motivazione che ci serve per rialzarci, proprio come abbiamo fatto 5 anni fa. Comunque sia andata e comunque vada, sempre forza Italia. Italy called but no one answered The Italian national team will not participate in the World Cup. It’s a phrase that hurts deeply, that makes the hearts of Italian fans quiver, that some will hear for the second time in their life. Twice too many times. The defeat against North Macedonia is the drop that made the bucket spill. A bucket that had already been filled with mistakes from last summer on. Costly mistakes that with time brought us in this situation. In or out. The stakes were high. But the Azzurri dominated tonight. The team was the same that won at Wembley last summer. Those that brought us together under a sky of an Italian summer. Now the sky is dark, and we’re not hugging anymore. The world fell on us. The missed qualification to the Qatar World Cup is too costly for Italy. A World Cup that’s been missing for four years and that we will wait on four more. It’s almost science fiction. And so too is the way in which Italy lost tonight. A total domination from the first minute of play, flawless and sharp in the midfield, but we desperately missed the hunger near the Macedonian net. 35 shots, only 5 on target. The Macedonian wall held. And to think that in the first half Macedonia didn’t touch the ball in our box, and the possession was almost 70% in our favor. Football is cruel. The betrayal, the stab in the back, came in added time, just to throw some salt on the wound. A ball that bounced in our half, no one to take responsibility for it, a split second of distraction that allowed Trajkowski to settle the ball and have a shot in the far corner past Donnarumma. It’s the only shot on target from Macedonia. 1-0. At the 92nd minute. We’re out, we lost. The Champions of Europe but without a World Cup. It’s a hard lesson. A tough moment for everyone. At the whistle all you see is tears. Jorginho, Verratti, Donnarumma. The champions of Wembley were defeated, they don’t want to believe it but they have to. And the dream turns into tragedy. And the screams and laughs of joy of eight months ago turn to tears. And now it’s too easy to point the finger and blame the guys or Mancini. It seems that since the Euro win we’ve all hopped on the Azzurri’s chariot, forgetting that someone has to pull it if we wanna move forward. I’m someone that takes these things with philosophy. I look for the few positives even in a situation like this. The first, I’d say, is that from here we can only go up, which we’ve done before. The second is that now we have a lot of work to do, but at least this will give us the strength and motivation we need to come back, just like we did 5 years ago. Only because you’ve been in the deepest valleys can you appreciate the highest peaks. Always and forever, forza Italia. La Juve saluta la Champions in malo modo, prendendone tre in casa dal Villarreal e venendo eliminata.
Una partita tesa e studiata, dove entrambe le squadre si sono misurate bene nella fase difensiva, con ritmi bassi e tanto possesso palla. Nessuno voleva rendersi vulnerabile e nessuno doveva. Dopo l’abolizione della regola dei gol in trasferta il pareggio avrebbe portato ai supplementari. La Juve ha avuto delle ottime opportunità nel primo tempo con la traversa e il colpo di testa di Vlahovic, ma Rulli ha parato bene. Nella ripresa non è successo molto, palleggio della Juve e Villarreal in fase difensiva per 20 minuti, poi i cambi. Emery ha lanciato Moreno per Lo Celso, sostituzione che ha cambiato la partita. Moreno, in campo da neanche cinque minuti, ha fornito una buona palla in avanti per Coquelin, anche lui subentrato, che ha anticipato l’intervento di Rugani per guadagnarsi un rigore. L’unico modo forse per sbloccare questa partita, ma proprio Moreno dal dischetto non ha fallito. 1-0 al 76’. A seguire, su corner, Pau Lopez ha chiuso i giochi dopo che un rimpallo favorevole ha mandato la palla dalle sue parti. Tap-in e due zero. Nel finale, per aggiungere all’umiliazione, un altro rigore concesso per fallo di mano di De Ligt, ammonito. Danjuma dal dischetto ha ghiacciato Szczesny e l’intero Allianz Stadium, condannando la Juve all’eliminazione. Nell’altra partita di mercoledì sera il Chelsea ha rimontato bene il Lille fuori casa dopo l’iniziale vantaggio di Yilmaz dal dischetto. Non sarebbe comunque bastato il gol del bomber del Lille per passare il turno. A Stamford Bridge è finita 2-0 Chelsea all’andata, ma il vantaggio del Lille sarebbe potuto essere pericoloso per i Blues. Allo scadere del primo tempo Pulisic ha segnato il pareggio per i Blues, che nel mezzo di una crisi politica dopo che l’UK ha congelato gli assetti del club, hanno comunque avuto la forza mentale di ribaltare la partita e assicurarsi un posto agli ottavi, cortesia di Pulisic e del capitano Azpilicueta. Ronaldo fa compagnia a Messi e esce a testa bassa. Ajax, che beffa! Dopo tanti anni di sofferenza e sconfitte, alcune peggiori di altre, l'Atletico Madrid del Cholo Simeone è finalmente riuscito a prendersi la rivincita contro Cristiano Ronaldo. Molti anticipavano una performance da record da parte del campione portoghese in vista della sfida di ritorno dei sedicesimi di finale. Ronaldo, reduce da una tripletta contro il Tottenham in Premier League, ha da sempre terrorizzato la squadra di Madrid in Champions, prima con la maglia del Real Madrid e poi con quella della Juventus. Questa volta però il Cholo ha avuto la meglio. Ronaldo è stato marcato strettissimo da Savic per tutta la partita, e l’esperienza del veterano si è provata troppo difficile da superare anche per CR7, che è rimasto a bocca asciutta e non ha contributo al gioco dello United come avrebbe voluto, registrando zero tiri in porta. Il gol di Lodi è bastato per mandare i Colchoneros ai quarti di finale, dove raggiungono meritatamente Liverpool, Bayern Monaco, Real Madrid, Manchester City e Benfica. Per il secondo anno consecutivo entrambi Messi e Ronaldo sono stati eliminati dalla Champions ai sedicesimi, e per quanto riguarda le ambizioni di CR7, non è scontato che rimarrà a Manchester l’anno prossimo, data la situazione della squadra in classifica e la relazione di Ronaldo con Rangnick. Nell’altro match di martedì sera il Benfica è riuscito a strappare una qualificazione con un gol di rapina nell’unica vera chance creata per tutta la partita. Dopo il 2-2 dell’andata, l’Ajax era favorita per passare il turno giocando in casa e avendo una rosa con più qualità del Benfica. Nella partita però l’Ajax ha sprecato troppe chance, e la legge del gol ha punito la squadra di Ten Hagg duramente quando Nunez ha segnato su corner dopo l’uscita a vuoto di Onana. Forse non meritatamente, ma il Benfica passa il turno e dimostra di essere una delle 8 squadre più forti d’Europa, e ora si gioca tutto contro le big, sapendo di non avere quasi nulla da perdere. Juventus, what a bad way to say goodbye. Chelsea managed the comeback. Juventus said goodbye to the Champions League in bitter fashion, losing 3-0 at home against Villareal. A tense and calculated match, where both teams measured each other well in the defensive fase, with low rhythms and lots of possession. Neither team wanted to make themselves vulnerable and neither one needed to. After the away goals rule was taken out a tie only meant extra time. Juve had some good opportunities in the first half with Vlahovic who hit the crossbar on one occasion and forced a save from Rulli with a header on another. In the second half Juve had the majority of the possession but didn’t achieve much, then the subs came on to shake things up. Emery subbed Lo Celso for Moreno, the change that shook the game. Moreno in less than five minutes played a good ball forward to Coquelin, who got there ahead of Rugani and forced the Juventus defender to give up a penalty kick. The only way to break the deadlock in this game, but it was indeed Moreno who scored from the spot. 1-0 at the 76’ minute. After that Pau Lopez wrapped the game up with a lucky bounce that fell near him at the far post, he tapped the ball in to make it 2-0. At the very end, to add to the humiliation, another penalty was given for De Ligt’s handball. Danjuma converted from the spot, freezing Szcezny and the Allianz Stadium, and knocking Juve out of the Champions League. In the other game played Wednesday night Chelsea completed the comeback against Lille, after the French team took the lead through their lead man Yilmaz. The goal wouldn’t have been enough for Lille to go through, given that it was 2-0 for Cgealsea at Stamford Bridge in the first leg, but it could’ve meant trouble for Chelsea as the game progressed. At the death of the first half Pulisic scored the equalizer for the Blues, who despite being in the middle of a bureaucratic crisis after the UK froze their assets, were still able to find the mental strength to turn the game around and secure a spot in the last 8. Courtesy of Pulisic and captain Azpilicueta. Ronaldo brings Messi company and leaves with his head down. Ajax gets done in. After so many years of defeats, some worse than others, Ateltico and Simeone finally got their revenge against Cristiano Ronaldo. Many anticipated a record breaking performance from the Portuguese in the second leg of the round of 16. Ronaldo, off the back of a hatrick against Tottenham, has always been a nuisance for the Colchoneros in the Champions League, first with Real Madrid and then with Juventus. This time though Simeone and co. got the better of Ronaldo. CR7 was marked tightly by Savic all game, and the veteran’s experience proved too good for Ronaldo to handle. He finished the game empty handed and without a single shot on goal, along with a disappointing performance in the link up play with the midfield. Lodi’s goal was enough to send the Colchoneros to the quarter finals, along with Liverpool, Bayern Monaco, Real Madrid, Manchester City and Benfica. For the second consecutive year both Messi and Ronaldo have been eliminated from the Champions League in the round of 16. For what it’s worth to Ronaldo, it’s not for sure that he will stay in Manchester next year, given the team’s current form in the league and his relationship with Ragnick. In the other Tuesday night fixture Benfica were able to snatch a spot in the last eight with a single goal with the only real chance they created in the match. After the 2-2 draw in the first leg, Ajax were favorites to go through given that they would play at home with a team that has more quality than Benfica. In the game though Ajax wasted too many chances and they were punished when Nunez scored from a set piece after Onana’s poor exit. Perhaps not deserving of it, but Benfica do go through and demonstrate they are one of the top 8 teams in Europe, and now they can play with nothing to lose in the rest of their Champions League journey. È successo di tutto al Bernabeu. Il PSG ha dominato la partita per 60 minuti con palleggio impeccabile e ripartenze brucianti di Mbappe e compagni. Poi il crollo.
L’uno a zero firmato Kylian Mbappe è stato letteralmente spazzato via da una tripletta di Karim Benzema in un quarto d’ora. L’asso del Real ha capitalizzato sull’errore di Donnarumma per riportare i Blancos in partita proprio quando sembrava impossibile che il Real avrebbe fatto gol. Fino a quel momento la partita era stata interamente dominata dal PSG, che ha giocato con fluidità incredibile per un tempo e mezzo. Il 2-1 nasce da un percussione di Modric che poi mette un filtrante killer sui piedi di Benzema, inutile la scivolata di Marquinhos. Il PSG è collassato mentalmente dopo la doppietta di Benzema, e neanche il tempo di battere il calcio d’inizio che i Parisien hanno perso il pallone e l’hanno ritrovato nella propria rete dopo il tiro d’esterno dello scatenato Karim Benzema. Inutile la vittoria a Parigi per uno a zero, e inutile usare i mezzi termini, mentalmente il PSG non è stato all’altezza, e da una squadra con campioni di un certo calibro ci si può aspettare di più, decisamente. Il City di Guardiola ha avuto una sfida molto più facile in casa contro lo Sporting Lisbon. Dopo il 5-0 dell’andata i Citizens dovevano soltanto scendere in campo per passare il turno. Guardiola ha messo in campo una squadra molto giovane per dare spazio ai ragazzi, che hanno fatto il loro senza però trovare il gol. Gabriel Jesus ha segnato nel secondo tempo ma il gol è stato annullato dal VAR. Lo Sporting esce comune a testa alta avendo tenuto il City a bada a casa loro. L’Inter sfiora l’impresa, il Bayern dilaga: le serate da Champions Inzaghi e i nerazzurri sapevano la difficoltà dell’impresa che sarebbe servita per passare il turno dopo aver perso 2-0 a Milano contro il Liverpool. Stasera però l’Inter ha dimostrato di avere il cuore e gli attributi che servono per competere in Champions, anche se la vittoria per 1-0 ad Anfield non è bastata per passare il turno. L’Inter ha disputato un'ottima partita e ha tenuto testa ai Reds nella loro bolgia, dominando il centrocampo con delle ottime performance da parte di Brozovic, Vidal e Calhanoglu. In attacco l’Inter ha trovato bene gli spazi, ed è quasi sempre riuscita a cucire il gioco con le sponde di Sanchez e Lautaro, finalmente tornati in forma. Difensivamente l’Inter è stata molto solida ma non sono mancati gli spaventi date le capacità del Liverpool. Nel primo tempo un colpo di testa di Matip si è stampato sulla traversa e subito dopo Van Dijk è arrivato s’un altro cross largo di pochissimo. Nel secondo tempo Salah ha colpito il palo due volte, entrambe a uno contro uno con Handanovic. Anche l’Inter però ha avuto occasioni. Nel primo tempo la punizione maledetta di Calha ha chiamato in azione Allison, poi il tiro di Lautaro deviato dal piede di Robertson in corner per negare il gol al Toro. Nella ripresa sempre Lautaro ha tirato una sberla che ha tolto le ragnatele dal sette, 1-0 Inter. Neanche il tempo di esultare e Sanchez si fa ammonire ancora e quindi espellere, colpa di un fallo dubbio su Fabinho, in quanto il cileno ha toccato la palla prima del giocatore. Per un secondo l’Inter ha creduto all’impresa, ma in 10 contro 11 ad Anfield non c'è stata storia. I Reds hanno dominato il possesso nell’ultima mezz’ora e sono andati vicinissimi al gol prima con il palo di Salah e poi col tiro di Luis Diaz deviato sulla porta da Vidal, uno dei migliori in campo di stasera. L’Inter esce comunque a testa alta e consapevole di essere l’unica squadra in europa ad aver battuto il Liverpool in casa questa stagione. Inzaghi nel post partita ha commentato:” Avrei voluto vedere come sarebbe finita se fossimo rimasti in 11 contro 11.” Nell’altra partita giocata martedì il Bayern Monaco ha segnato sette reti contro il Salisburgo. I primi tre sono stati cortesia di Robert Lewandowski, con una tripletta in 11 minuti che ha chiuso la partita. Il polacco sale a quota 42 gol stagionali e continua a dimostrare di essere il migliore attaccante al mondo. In gol anche Gnabry, Muller due volte, e nel finale Sane, per un totale dominio del Bayern in una sfida a senso unico. I tedeschi hanno concesso una rete su un'ottima ripartenza del Salisburgo, terminata da Kjaergaard con una botta di macino sotta all’incrocio. Il Bayern ha giocato con fluidità e convinzione per dimostrare che rimangono una delle favorite per vincere la Champions. St. Benzema: The King of Madrid inspires Real to a historic comeback It was a historic night at the Bernabeu. PSG dominated the game for 60 minutes with some impeccable possession and deadly counters by Mbappe and co., then, the collapse. The 1-0 from Mbappe was literally swept away by a thunderstorm of Benzema. Real’s main man capitalized on Donnarumma’s error to tie the game up and bring Madrid back in at a time when it seemed impossible for them to find the back of the net. Up until then, PSG had played with incredible fluidity and composure. The 2-1 was born out of a Modric run, who then played a killer ball for Benzema in the box, who scored despite the blocking attempt from Marquinhos. PSG then collapsed mentally and they didn’t even have the time to get the ball back in play that they lost it and it ended up in the back of their net, courtesy of a Benzema outside-of-the-foot curler to complete the hatrick and the comeback. The Real comeback made PSG’s win at home useless, and there’s no need to sugarcoat it: PSG weren’t at the level mentally, which you’d expect from a team filled with such champions and quality. Guardiola’s Man City had a much easier task on their hands as they hosted Sporting after having thrashed them 5-0 away. Guardiola fielded a young team to give some minutes to the youngsters but they were held by Sporting zero to zero. Sporting will go out with their chin up having held City goalless at home, also thanks to a Gabriel Jesus goal ruled out by VAR. Inter miss out on the glory and Bayern run riot at Salzburg Inzaghi and the Nerazzrurri knew it would take something special to make it through to the quarter finals after their 2-0 defeat at home to Liverpool. Tonight however, Inter demonstrated they have the heart and level it takes to compete in the Champions League by beating Liverpool at Anfield 1-0, although it wasn’t enough to go through on aggregate. Inter played a good game in Liverpool’s backyard and were able to play their game by dominating the midfield, thanks to some good performances from Brozovic, Vidal, and Calhanoglu. Going forward Inter found space well, especially on the flanks, and the link up play with Lautaro and Sanchez was well worked most of the time. Defensively Inter were solid but there were still scares given the threat Liverpool posed at all times. Matip’s header smacked the crossbar and Van Dijk’s header went just wide. In the second half Salah hit the post twice while being one on one with Handanovic. Inter had their chances as well. In the first half Calhanoglu’s freekick called Allison into action, and then Lautaro’s shot had to be deflected wide by Robertson to prevent a goal. In the second half Lautaro bent a powerful shot to the right of Allison that went top corner to give Inter the lead. The momentary joy and belief quickly vanished when Sanchez tackled Fabinho on his follow through and got a second yellow, and although he got the ball first, the Chilean was sent off. Liverpool then was able to dominate the possession, being up a man, and nearly scored twice with Salah’s shot off the post and Luis Diaz’s shot cleared off the line by Vidal, one of the best on the pitch for the night. Inter keep their head high nonetheless, knowing they are the only team in Europe that has been able to win at Anfield this season. Inzaghi spoke in the press conference and said he “would have liked to see how it would’ve ended if we were 11 versus 11.” Nell’altra partita giocata martedì il Bayern Monaco ha segnato sette reti contro il Salisburgo. I primi tre sono stati cortesia di Robert Lewandowski, con una tripletta in 11 minuti che ha chiuso la partita. Il polacco sale a quota 42 gol stagionali e continua a dimostrare di essere il migliore attaccante al mondo. In gol anche Gnabry, Muller due volte, e nel finale Sane, per un totale dominio del Bayern in una sfida a senso unico. I tedeschi hanno concesso una rete su un'ottima ripartenza del Salisburgo, terminata da Kjaergaard con una botta di macino sotta all’incrocio. Il Bayern ha giocato con fluidità e convinzione per dimostrare che rimangono una delle favorite per vincere la Champions. In the other game played Tuesday Bayern scored seven on Salzburg. The first three were courtesy of Robert Lewandowski, scoring a hatrick in 11 minutes that pretty much wrapped the game up. The Polish striker reached 42 goals this season and continues to show why he is the best striker in the world. Gnrabry and Sane scored and so did Muller twice to finish in style, a total domination by Bayern in a straightforward game. The Bavarians conceded a goal on a good counter attack finished by Kjaergaard with a power shot in the top left of the net. Bayern played with fluidity and belief to demonstrate why they remain one of the favorites to go all the way in the Champions League. In Coppa Italia il derby tra Milan e Inter è finito 0-0. In circostanze normali, questo sarebbe un risultato apprezzato da entrambe le squadre, un punto ciascuno e testa alla prossima. Il problema che rende le circostanze non normali è che l’Inter non segna da 403 minuti.
L’ultima rete segnata dai Nerazzurri risale al 12 febbraio con il pareggio segnato da Dzeko al Maradona contro il Napoli, in una partita in cui gli uomini di Inzaghi hanno creato molto poco. Da quel gol sono passate quattro partite con un totale di 66 tiri senza gonfiare la rete, e anche stasera nel derby l'Inter ha creato veramente poco. L’attacco interista metteva a segno 2.6 gol a partita prima di Natale, e a dirla tutta sembra che la crisi sia partita da quella rimonta subito in campionato nel derby contro il Milan. L’Attacco Lautaro Martinez era uno degli attaccanti più quotati in Serie A dopo il trionfo dell’Inter di Conte l’anno scorso. Il Lautaro di oggi è un’ombra di quello dell’anno scorso, e una crisi di gol che manca all’argentino dal 17 dicembre si è trasformata in una crisi esistenziale per il giocatore, che sembra aver perso se stesso nel campo, incapace di tenere il gioco e sprecando quasi tutti i palloni nel derby. Dzeko ha segnato dei gol importantissimi per l’Inter questa stagione, ma anche lui sembra inceppato e stanco. Il cigno di Sarajevo ce la mette sempre tutta, lavorando come pochi nel rettangolo verde, ma manca lo spunto che chiude le partite che l'attaccante bosniaco aveva spesso portato nel repertoire. Sanchez non ha più trovato quella imprevedibilità che ha avuto partendo spesso dalla panchina. Negli ultimi mesi il cileno si è giocato il posto da titolare con Lautaro, ma ultimamente anche con 90 minuti a disposizione non è riuscito a impattare la partita. Il Centrocampo Il tridente Brozovic-Barella-Calhanoglu è un mix perfetto di difesa, palleggio, e magia. Brozovic è stato impeccabile nel tenere il tempo del gioco interista e rubare palloni pericolosi, mentre Barella ha aggiunto polmoni, grinta, e magia, per lasciare spazio a Calha di inventare e finalizzare il gioco. Anche loro però sono umani, e i ritmi sono decisamente calati rispetto alla prima metà dell’anno. Brozovic e Barella hanno perso quella consistenza che garantiva all’Inter di dominare il centrocampo e imporre il loro gioco, e Calha sembra aver perso confidenza nelle sue abilità, spesso commettendo errori e sbagliando la decisione cruciale nella trequarti avversaria. Il Gioco Il gioco interista balla sulle corse di Perisic e Dumfries (Darmian, Di Marco) per arrivare sul fondo e sfruttare cross pericolosi in area. Ultimamente però Perisic è stato marcato stretto dagli avversari, avendo capito che è lui l’uomo pericoloso, e dall’altra parte a Dumfries manca la qualità del croato. Spesso però l’Inter non è più riuscito a partire dal basso e costruire attraverso il centro campo, ciò che rende difficile la vita delle fasce che devono sempre scegliere se partire o restare in caso il pallone sia perso. Dominare il centrocampo e usare Dzeko e Lautaro per cucire il gioco deve funzionare se l’Inter vuole usare la velocità di Perisic e Dumfries negli spazi larghi, e ultimamente questo passaggio è diventato difficile per l’Inter. Sia la fatica, la confidenza o qualcos’altro, ma il gioco non è più quello di prima. La Difesa Difensivamente l’Inter rimane solida. Skriniar, De Vrij e Bastoni fanno passare poco, pochissimo, e anche se De Vrij sembrava in calo dopo il derby perso effettivamente per un suo errore su Giroud, sembra aver ritrovato la forma. Una buona difesa senza attacco è buona solo per i pareggi, e a furia di andare avanti a un punto alla volta l’Inter si è ritrovata in terzo posto dietro a Napoli e Milan. E dopo la sconfitta col Liverpool, con un piede fuori dalla Champions. La Soluzione Ritrovare se stessi, partendo dai singoli. Il lavoro di un allenatore sta anche in questo. Inzaghi ha bisogno di ritrovare i suoi giocatori e iniettare confidenza nella squadra, partendo dall’attacco e passando per il centrocampo. Perché a calcio si gioca in 11, ma come diceva Sir Alex Ferguson, si vince quando almeno otto giocatori giocano bene, perché è impossibile che in undici giochino perfettamente, e ultimamente l’Inter fatica a trovare i suoi otto per vincere. Crisis at Inter: An Analysis In the Coppa Italia the Derby between Milan and Inter finished 0-0. In normal circumstances this would be a much appreciated result for either side, as both would gather a point and move onto the next game. However, the circumstances of this game were not normal at all, as this game marks 403 minutes of football since Inter last scored a goal. The last goal scored by the Nerazzurri was back on February 12th in their match against Napoli at the Maradona, when Dzeko equalized for Inter in a game where they didn’t create many chances. Since that goal it has been four games in which Inter have failed to find the back of the net with a tally of 66 shots, and in the Derby Inter created little to nothing. The Inter attack that used to score 2.6 goals per game on average before Christmas is now long gone, and it seems that the whole of the crisis can be traced back to the comeback suffered against Milan in the league Derby. The Attack Lautaro Martinez was one of the most fascinating strikers of Serie A last year after Inter won the Scudetto. However, the Lautaro of this year is a ghost compared to himself last season. The goal crisis that saw the Argentine not scoring since the 17th of December has not erupted into a proper existential crisis, in which the players seems to have lost himself and can’t find his feet or his game on the field. Dzeko has scored some super important goals for Inter during this campaign, but he seems bagged and worked to the maximum out there. The Bosnian always gives his all, working as hard as few in the green rectangle, but he’s been missing that crucial spark that settles games that he had in his repertoire. Sanchez has not been able to find that flair which he had coming off the bench and that took many teams by surprise. The Chilean has been battling Lautaro for a starting spot, but even with the full 90’ at his disposal he hasn’t been able to impact the game as he did before. The Midfield The three-pair Brozovic-Barella-Cahlanoglu is a perfect mix of defensive stability, possession, and magic. Brozovic has been close to perfect for Inter in keeping the rhythm of the game and stealing possession back, while Barella added the run and grit, and Calhanoglu the flair. They too are human though, and the rhythm of Inter’s midfield has definitely slowed down in the second half of the season. Brozovic and Barella have lost their consistency that guaranteed Inter a solid foundation to dominate the midfield and impose their game, while Chalanoglu appears to have lost his confidence in his abilities, too often mistaking the final decision and the crucial pass. The Style of Play Inter’s style of play relies heavily on the runs of Perisic and Dumfries (Darmian, Di Marco), to get deep down the flanks and put dangerous balls in the box. Lately however, Perisic has been getting marked tightly by opponents who have figured he’s the danger man, and on the other side Dumfries lacks certain qualities that the Croatian has. Often though Inter have not been able to build from the back and play through the midfield, which makes life difficult for the wing-backs who always have to gamble on whether to get higher or hold position to prevent a counter attack. Dominating the midfield and using Lautaro and Dzeko to link the play has to work for Inter if they are to use Perisic and Dumfries for pace on the outside, and lately this fundamental passage has become difficult for Inter. May it be fatigue, or lack of confidence, of whatever else, but the style of play is not the same as before. The Defense Defensively Inter remains solid. Skriniar, De Vrij, and Bastoni let little past their guard, and even though De Vrij has been on a low after his mistake against Giroud in the derby, he seems to have gotten his form back. A good defense without an attack is only good for ties, and tie after tie Inter found themselves in third place behind Napoli and Milan, and after losing to Liverpool, with a foot out of the Champions League as well. The Solution Re-find themselves, starting from the individuals. The work of a manager is also this, Inzaghi needs to find his players and inject them with confidence in the team, starting from the attack and then the midfield. Because in soccer you play with 11 players, and as Sir Alex Ferguson said, you win when 8 players play well, because it’s impossible that 11 men have the perfect day at the same time. Lately though, Inter have been struggling to find their eight to win. FIFA: Continuano le sanzioni per la Russia
Dopo che diverse nazioni hanno espresso il loro desiderio di non giocare contro la squadra nazionale Russa in protesta, la FIFA aveva inizialmente preso provvedimento annunciando che la bandiera russa non sarebbe stata rappresentata nel mondiale, e che il loro inno non sarebbe stato suonato prima delle partite. Ieri però la FIFA è tornata sui suoi passi e ha cambiato la propria decisione. Il giudizio dell’associazione calcistica più grande del mondo potrebbe essere stato influenzato dalle migliaia di proteste che sono arrivate da tifosi, giocatori, e altri membri della comunità calcistica in questi giorni. La decisione finale della FIFA è di escludere la nazionale Russa da qualsiasi competizione internazionale, e anche la UEFA ha sospeso le squadre russe dalle proprie competizioni, punendo il calcio russo molto severamente. Non solo queste sanzioni porteranno a rimorso per gli atleti e tifosi dei club e della nazionale russa, ma taglieranno i fondi che i club avrebbero potuto guadagnare dalle competizioni europee. È giusto punire gli atleti per colpa di una guerra? La verità è che questa domanda non ha una risposta ovvia. È evidente che molte persone russe non condonano la guerra viste le proteste di questa settimana a San Pietroburgo, ed anche nel mondo dello sport ci sono stati diversi messaggi da parte di calciatori russi per boicottare la guerra e sostenere l’Ucraina. È dunque impossibile dire se la decisione di FIFA e UEFA sia troppo severa, o se la loro iniziale decisione di non mostrare la bandiera russa e non suonare l’inno, e di forzare le squadre russe a giocare in campo neutro in Europa sarebbe stata più corretta verso i calciatori. Che alla fine non hanno una vera e propria colpa, ma sono vittime di un regime totalitario come lo siamo tutti noi. FIFA: The sanctions keep coming for Russia After some nations expressed their desire to not play against the Russian national team in protest, FIFA initially decided that Russia would not have their flag represented at the World Cup and that their anthem wouldn’t be played before games. Yesterday, however, FIFA went back on their decision. The association’s judgment could have been influenced by the thousands of protests that came from fans, players, and everyone involved in the footballing community during this week. The final decision taken by FIFA is to exclude Russia’s national team from any of their competitions, as well as excluding Russian teams from UEFA competitions, punishing the whole of Russian soccer severely. Not only will these sanctions be remorseful for fans and athletes in Russia, but it will also cut the revenues available from European competitions for Russian club teams, severely damaging their budgets. Is it the right decision to punish players because of the war? This question does not have a straightforward answer. It’s evident that a lot of Russians don’t condone the war given the various protests that have happened such as the one in St. Petersburg, which went alongside the messages of support for Ukraine and boycotting for the war by Russian players. It’s impossible then to say whether FIFA’s and UEFA’s decision is too harsh, or if their initial decision of banning the Russian flag and anthem, and of forcing Russian clubs to play on neutral fields in Europe was more a more suited punishment; considering that the Russian players have no fault of their own, but are rather victims like the rest of us at the fault of Russia’s regime. |
AuthorPietro Arrigoni is an 18 year old Italian born student currently attending school at UBC Okanagan. Pietro is studying political science and philosophy. He is passionate about sports, being an athlete himself, as well as journalism, which is the career he wishes to pursue after his studies. Archives
June 2022
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